Famiglia campana, di chiara ed antica virtù, riconosciuta nobile dall'imperatore Carlo VI, nell'anno 1713, con la formula dei quattro avi paterni e materni. Passata nell'Ordine di Malta, venne decorata del titolo di Belvedere, per riconoscimento ottenuto con D.M. 16 luglio 1897, e, per successione della famiglia Severino Longo e Caraffa, decorata del titolo di conte di Policastro. Aggiunse il cognome Brayda per il matrimonio di Carlo (n. 1753, dec. 18279 con la nob. Francesca Brayda. La famiglia è iscritta nel Libro d'Oro della Nob. Ital. e nell'Elenco Uff. Nob. Ital. coi titoli di nobile e predicato di Belvedere (mf.). Non possiamo, inoltre, tacere su quell'Antonino, nato in Sorrento, il 14 aprile 1792, da Giacinto, presidente della Gran Corte Criminale, e da Dorotea Guerritore, indefesso avvocato, decorato, nel febbraio 1815, della medaglia di onore del reale ordine delle Due Sicilie, creato ufficiale di carico nel ministero di grazia e giustizia, ...
D'azzurro, al monte di tre vette di verde, movente dalla punta, e cimato da una tortora d'argento.
Blasone della famiglia Tortora in Pesaro e Ferrara. Fonti bibliografiche: Fonte bibliografica: "Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti" vol.III, compilato dal Comm. G.B. di Crollalanza, edito presso la direzione del giornale araldico, Pisa 1888; "Armoril Général" edizione online su euraldic.com citando il "Dizionario Storico Araldico" Pasini Frassoni.
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