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Ricerca Origine etimologica dei cognomi Italiani


FALACE | FALLACE | FALLACI | FARACE

Falace è specifico del casertano, di Sant`Arpino e di Castellammare di Stabia nel napoletano, Fallace è tipicamente campano di Napoli e di Fragneto Monforte nel beneventano, Fallaci invece è tipicamente toscano di Firenze, Farace ha un ceppo campano ad Anacapri, Napoli ed Ercolano nel napoletano ed a Salerno, ed un ceppo cosentino a Santa Maria del cedro, Verbicaro ed Orsomarso, dovrebbero derivare dal soprannome poi divenuto nome medioevale Fallax, Fallacis di cui abbiamo un esempio in "...Tetbaldus, dictus Fallax vel Tricator, comes Carnotensis...". integrazioni fornite da Fabio Paolucci anticipazione dal suo Dizionario Ragionato dei Cognomi del Sannio in corso di pubblicazione Falace - Fallace - Fallaci - Farace Falace è un cognome tipicamente campano, diffuso prevalentemente nel Casertano, nei comuni di Sant'Arpino, Orta di Atella e Gricignano di Aversa, nel Napoletano a Castellammare di Stabia e nello stesso capoluogo partenopeo, con propaggini anche nel Salernitano. Fallace, variante di Falace, è presente a Napoli e nel Beneventano, dove è registrato con maggiore intensità nel comune di Fragneto Monforte. Diversa sembrerebbe l'origine per la forma pluralizzata Fallaci, con ogni probabilità da ricondurre allo stesso etimo di Falace e Fallace, ma attestato soltanto in Toscana, a Firenze, dove con ogni probabilità si è originato, e nell'Aretino, nonchè in Emilia Romagna a Bologna e nel comune di Casalecchio di Reno. Dal punto di vista etimologico, è possibile congetturare diverse ipotesi di derivazione per i cognomi Falace, Fallace e Fallaci. In prima analisi, si potrebbe considerare il verbo latino fallere (ingannare), e quindi i derivati falli (essere ingannato, ingannarsi), fallax, acis (fallace, ingannatore, fraudolento, ipocrita, ingannevole) e fallacia, ae (inganno, frode, intrigo, trappola). Una seconda interpretazione muoverebbe a considerare una possibile connessione con il termine greco fallos, con significato di "membro virile", come base di derivazione per un personale di origine greca creato con funzione di propiziare virilità e fecondità, in virtù degli antichi culti fallici rimasti per secoli riti di carattere apotropaico ancora praticati presso comunità rurali fino all'alto medioevo e, nelle campagne del Meridione d'Italia, fino a tempi recentissimi. Meno probabile è invece la derivazione dal termine latino fala (o phala, ae), che poteva indicare sia una torre di legno adoperata negli antichi assedi, sia una delle sette colonne che, piantate sulla "spina" del circo, servivano a contare il numero dei giri dei corridori. Ancora, da tenere in considerazione è una possibile connessione con il vocabolo germanico Fara: celebre resta la definizione "Farae, hoc est generationes" adoperata da Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum per indicare nel diritto longobardo i gruppi gentilizi o parentali-familiari in cui era suddiviso il suo popolo, costituiti dalle famiglie e dagli individui discendenti da un capostipite comune o aggregati in base a vincoli convenzionali, diretti a creare rapporti analoghi a quelli agnatizi. Le Farae longobarde erano veri e propri organismi politico-militari, e col tempo il nome è assunto ad indicare anche il territorio abitato dal gruppo, dando origine a numerosi toponimi quali ad esempio Fara d'Adda, Fara in Sabina, Fara Filiorum Petri, etc., derivati appunto dallo stanziamento di antiche genti longobarde in detti luoghi. Ragionando in tal senso, è possibile congetturare una derivazione delle forme cognominali prese in esame dal termine Fara, trasformatosi in Farace, e quindi per corruzione anche in Falace, Fallace e Fallaci. Un orientamento più sicuro indurrebbe invece a considerare i cognomi Falace, Fallace e Fallaci come originati dalla forma cognominale Farace, diffusa in Italia in molteplici nuclei localizzabili nel Lazio a Roma, in Calabria nel Cosentino (nei comuni di Santa Maria del Cedro, Verbicaro, Orsomarso e Scalea), in Campania tra Napoletano e Salernitano (Anacapri, Salerno, Napoli, Ercolano, Capri e Portici, in ordine di diffusione) e in Sicilia dove risulta presente a macchia di leopardo, nonché nelle aree centrale e settentrionale della Penisola per effetto dei flussi migratori provenuti dal Mezzogiorno soprattutto a partire dagli anni Cinquanta del XX secolo. Il cognome Farace, dal punto di vista etimologico, sembrerebbe il risultato di un fenomeno di cognominizzazione in senso patronimico di un personale di origine italica, greca o, più probabilmente greco-araba. Tale ipotesi sembra essere corroborata dall'attestazione in antichità, nelle aree dell'Italia Meridionale, di personali quali il greco Phalaecus (Faleco), che fu anche nome del famoso poeta greco che diede vita all'endecasillabo falecio, l'italico Falacer, cris (Falacre), nome di un mitico eroe italico, uno dei 15 flamini (secondo Varrone, "flamen Falacer a divo patre Falacre") e l'arabo e greco Faras, tradotto appunto come Farace. Proprio il personale Faras sembrerebbe all'origine del cognome Farace: Faras è tuttora un nome di persona arabo di origine greco ellenistica, ed il termine faras in lingua araba assume il significato di "cavallo".

Fonte bibliografica' "L'origine dei cognomi Italianim storia ed etimologia" di E. Rossoni disponibile online su: https://archive.org/


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