Antica ed assai illustre famiglia siciliana, la quale godette nobiltá in Acireale ed in Catania, propagatasi, nel corso dei secoli, in diverse regioni d'Italia. L'origine di tal cognominizzazione, al dir di illustri genealogisti, andrebbe ricercata nell'accorciativo del cognome greco "kalìs" ("kalès", in greco antico), basato, a sua volta, sul vocabolo greco "kalos" (= bello). In ogni modo, tal casato, in ogni epoca, sempre riuscì a distinguersi, grazie agli elevati personaggi, a cui diede i natali. Tra questi, senza nulla levar al valore degli omessi, ricordiamo: notar Giuliano, che, con privilegio del 23 ottobre 1398, ottenne la foresta di Millacha; notar Girolamo, il quale fu vice-secreto di Licata nel 1409; Agostino, il quale fu razionale del tribunale del R. Patrimonio, nel 1682; Vincenzo, figlio di Carlo, il quale fu acatapano nobile di Acireale, nel 1760-61; Pietro Paolo e Catinella, il quale fu primo barone di Fabio in sua famiglia, come da investitura 4 agosto 1798, e che tenne la carica di capitano di giustizia di Acireale nell'anno 1804-1805; i fratelli Domenico, 2° tenente dell'"8° Reggimento Fanteria di Linea Calabria" dell'Esercito delle Due Sicilie, e Vincenzo, alfiere (sottotenente) del "1° Granatieri della Guardia Reale", i quali hanno partecipato alla difesa del Regno nella campagna del 1860, capitolando nel novembre dello stesso anno a Capua. Con Regio Decreto del 27 luglio 1903, susseguito da RR. LL. PP. del 22 settembre 1904, il signor Giuseppe, di Giovanni, ottenne concessione del titolo di barone di Fabio (mpr.) ed ai suoi discendenti diretti, ed ai collaterali il titolo di nobile. Nel Libro d'oro della nobiltà italiana sono iscritti il figlio di detto barone Giuseppe a nome Giovanni e il figlio di quest'ultimo: Giuseppe. La famiglia, inoltre, risulta iscritta nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana e nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano, anno 1922. Arme ramo nobile. Di rosso al cane d'argento al collare d'oro. Arme ramo baronale. D'azzurro, alle bande al leone ed ai cinque bisanti d'oro. I cognomi così antichi, senza dubbio alcuno, rendono decoro non solo alle famiglie ma anche alle città che li hanno accolti; pare siano, infatti, molto riguardevoli i soggetti viventi di questa ...
Di rosso, al cane passante d’argento, collarinato d’oro.
Fonte bibliografica: "Nobiliario di Sicilia" di Antonio Mango di Casalgerardo (Palermo, A. Reber, 1912) custodito presso la biblioteca centrale della regione Sicilia.
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