Fra gl'antichi Baroni del Regno si ha ritrovato in Messina la famiglia B. e chi desia godere de' suoi felici progressi legga coloro, che delle famiglie, e guerre di Sicilia, e d'Italia hanno scritto. Pierleone B. fù Secretario maggiore dell'Imperator Federico II. Eustachio fù uno de' suoi figli, che fiorì fra' Cavalieri Theutonici in servigio dell'istesso Imperatore; perloche acquistò la Baronia di Caravaci, che consiste in due feudi agregati allo Stato di Butera; questi fu impiegato dalla medesma Imperial Corona con Angelo B. suo fratello, col Gran Maestro de' predetti Cavalieri, e l'Arcivescovo di Messina insieme per la pace, che seguì fra l'Imperatore, e'l Pontefice Gregorio IX. Gio: Corrado fù pure figlio di Pierleone, il quale hebbe dall'Imperator Corrado il carico di Secretario, e dal Rè Manfredo di Consigliero; nè nacque d'Eustachio, Federico, che successe ne' medesmi feudi, ed à lui suo figlio Martino, che militando con carico di ...
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BrasãoBenincasa
1. Brasão da família: Benincasa
Língua do texto: Italiano
D’azzurro, al castello a tre torri d’oro, ciascuna sormontata da una stella dello stesso, poggiato sopra tre burelle ondate d’argento, poste nella punta, e sormontato nel capo dalla banda del secondo, caricata dal leone di rosso, impugnante nella destra un ramo di alloro di verde.
Stemma della famiglia Benincasa o Beneincasa nobile in Sicilia. Fonte: "Nobiliario di Sicilia" di Antonio Mango di Casalgerardo (Palermo, A. Reber, 1912).
D'azzurro, a due arnesi da tintore contenuti nel vagello e sormontati da una stella a sei punte, il tutto d'oro.
Benincasa di Firenze. Nel 1820 il cognome e lo stemma furono aggiunti dai Mannucci («Mannucci Benincasa») (cfr. fasc. 2964). Nei Libri d'oro lo stemma si trova sotto il cognome «Goggi Marcovaldi».
Fonte: "Raccolta Ceramelli Papiani" custodita presso l'archivio di stato di Firenze, fasc.557.
D'argento, alla fascia doppiomerlata scorciata d'oro.
Benincasa di Montepulciano e Orvieto. Famiglia di Orvieto; Pietro Antonio Benincasa, ultimo della famiglia, nel 1677 lasciò erede Giuseppe Cocconi di Montepulciano, il quale unì stemma e cognome. Suo figlio Lelio Cocconi Benincasa fu ammesso alla nobiltà di Montepulciano nel 1762.
Fonte: "Raccolta Ceramelli Papiani" custodita presso l'archivio di stato di Firenze, fasc.5112.
Di..., al destrocherio di... vestito di..., tenente un giglio di....
Benincasa Pescia. Questo stemma si trova anche partito con quello della famiglia Scotti (cfr. fasc. 7659); tuttavia nell'esemplare del 1513 presente nel fascicolo (Andrea Benincasa e Rocco Scoti) è presente un sinistrocherio tenente un giglio fustato.
Fonte: "Raccolta Ceramelli Papiani" custodita presso l'archivio di stato di Firenze, fasc.7606.
Spaccato; al 1° d'oro, a quattro bisanti d'azzuro; al 2.° dello stesso, a tre stelle d'oro, colla fascia rossa attraversante sulla partizione.
Benincasa di Ravenna.
Fonte: "Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti" vol.II, compilato dal Comm. G.B. di Crollalanza, edito presso la direzione del giornale araldico, Pisa 1888.
Di rosso, alla banda d' oro.Cimiero: Una branca di leone d' argento tenente fra gli artigli un sasso d'oro.Motto: fortiter et prudenter.
Benincasa di Perugia.
Fonte: "Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti" vol.II, compilato dal Comm. G.B. di Crollalanza, edito presso la direzione del giornale araldico, Pisa 1888.
Spaccato; al 1° d'oro, a quattro bisanti d'azzuro; al 2.° dello stesso, a tre stelle d'oro, colla fascia rossa attraversante sulla partizione.
Benincasa di Ravenna.
Fonte: "Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti" vol.II, compilato dal Comm. G.B. di Crollalanza, edito presso la direzione del giornale araldico, Pisa 1888.
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