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Antica ed assai nobile famiglia veneta, con residenza in Verona ed in Venezia, di chiara ed avita virtù, propagatasi, agli albori del XX secolo, anche in Svizzera, ove tutt'ora fiorisce. Il capostipite di questa nobile prosapia si rinviene in un Pietro, condottiero d'armi, deceduto nel 1306. Per tal ragione, la famiglia venne ritenuta nobile e confermata come tale dall'Imperatore Carlo IV, con diploma dato a Lucca l'8 marzo 1369, e dall'Imperatore Sigismondo, con diploma dato a Piacenza il 16 marzo 1432, a favore di Francesco e di Teodoro e loro discendenti. Francesco Sigismondo nel 1690 fu nominato podestà di Trento durante la vacanza di quel principato. La famiglia sotto la Repubblica Veneta sostenne distinte cariche militari, civili ed ecclesiastiche, segnalandosi fra i molti Ignazio, tenente colonnello degli ingegneri, che prima della caduta della Repubblica copriva la carica di maggiore della provincia di Verona, destinato a trattare coi comandanti delle potenze belligeranti, per cui dal Senato veneto gli fu fatta coniare una medaglia d'oro in memoria dei suoi utili servizi. Marino, Saverio, Giovanni Francesco e Guido, di Ignazio, ebbero la conferma della nobiltà con S.R.A. 20 Novembre 1825. L'imperatore d'Austria Ferdinando I, con diploma 28 aprile 1843, elevò alla carica di barone dell'I.A. i suddetti fratelli, con i loro discendenti d'ambo i sessi. Nell'elenco ufficiale è iscritta col titolo di nobile e baronessa dell'I.A. Giovanna, nata nel 1862, di Ignazio e di Caterina Pezzi. Da una analisi cromatica dello stemma, possiamo, infine, ricavare alcune importanti informazioni sulle virtù associate a tal cognome. L'azzurro essendo il colore del cielo, simboleggia tutte le virtù più elevate e, tra quelle spirituali, devozione, fedeltà, castità, giustizia, santità. Per le qualità mondane simboleggia bellezza, nobiltà, fortezza, fermezza incorruttibile, vigilanza, vittoria, perseveranza, ricchezza, amore per la patria, buon augurio, fama gloriosa. Il rosso per le virtù spirituali