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Antica famiglia ghibellina saviglianese che fu de populo e non de hospitio, la quale, come risulta dal consegnamento delle armi gentilizie del 1613, era diramata in varii rami esistenti a Rivarolo, Saluzzo, Savigliano e Mondovì. Il padre Bacco da Giaveno ne compilò una minuta genealogia facendo risalire lo stipite a Galatero, vivente nel 1150, che era capo dei ghibellini di Savigliano. Delle più antiche generazioni meritano di essere ricordati Antonio che fu sindaco di Savigliano nel 1349, Bartolomeo, che fu castellano di Villafranca nel 1531, Filiberto, che fu investito di Castelnuovo di Nizza il 9 maggio 1559, Gianfrancesco che fu vicario di Cuneo nel 1584 e Francesco che fu giudice maggiore di Nizza nel 1589. Gabriele, per privilegio dell'imperatore Carlo V, dato in Piacenza il 12 ottobre 1529, fu creato conte palatino con ampliazione dell'aquila nell'arma, privilegio confermato ed interinato nella Camera il 19 nov. 1563. In conseguenza di questo provvedimento a tutti i membri di questa famiglia spetta indistintamente il titolo di conte. Da Antonio, vivente a metà del sec. XVI, ha inizio con nessi sicuri la genealogia di questa illustre famiglia. Da costui nacque Nicolò, che sposò in prime nozze Eleonora Malabaila, dal qual matrimonio nacque, fra gli altri, Antonio. Fu padre questi di Marco Aurelio Luigi, cornetta nel 1622, alfiere di corazze nel 1623, e morto in guerra nel 1625. Acquistò parte del feudo di Genola nel 1622 dai Solere, e ne fu investito col titolo comitale il 2 sett. 1623. Primogenito suo fu Carlo Antonio, il quale fu investito di Genola col titolo comitale il 20 giugno 1628, il 5 ottobre 1635 e il 4 aprile 1673. Suo figlio Annibale Nicolò avendo alienato porzioni di Genola ai Tapparelli (1686), ai Trucchi (1698) e ai Frangia (1698-99), per la diminuita parte del feudo, ne fu investito