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Famiglia assai antica ed illustre delle cui origini non vi sono notizie certe, è comune opinione che questa cognominizzazione derivi dal nome medioevale Levanus originato dal nome brettone Levan. I nomi dei Levano sono ricordati in testi, atti notori e contratti di vendita di terre e case fin da tempi molto iantichi in diverse regioni d'Italia con una prevalenza nei territori di Napoli e Roma. Questa famiglia ha dir dello storico Amayden era sicuramente comprese tra quelle raccolte nel Libro d'oro del Campidoglio. Dalla bibliografia documentata sui manoscritti Vaticani, può rilevarsi il numero relativamente esiguo delle memorie riguardanti le famiglie romane. Se si tralasciano le fonti sospette del Ceccarelli, del Fanusio e del Metallino, le cui favole furono in parte accettate dallo Iacovacci, ci rimane il repertorio vastissimo di quest'ultimo. Non esiste, infatti, un Nobiliario romano, ma si trova nell'Archivio Segreto della Santa Sede un importante volume dal titolo "Famiglie ascritte al libro d'oro del campidoglio". Il libro, purtroppo, è andato perduto a causa della malevola azione del tempo; ci rimane solamente l'elenco datoci da Benedetto XIV, nella sua costituzione "Urbem Roman" del gennaio 1746. Fu in base al medesimo che Pio IX, il 2 maggio 1853, ordinò la rinnovazione del "Libro d'Oro", a cura di una congregazione araldica capitolina. L'elenco delle famiglie ascritte al Libro d'Oro conservato nell'Archivio Vaticano, é molto esteso poiché abbraccia anche le famiglie patrizie estinte da secoli. La famiglia ebbe nobiltà riconosciuta tra il 1600 e il 1700 anno in cui Teodoro Amayden eseguì le sue ricerche e compose "Ragguaglio di tutte le nobiltà delle famiglie antiche et moderne di Roma... et famiglie straniere". Fondo Vaticano n.7957.