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Antica ed assai nobile famiglia del Regno delle Due Sicilie, di chiara ed avita virtù, propagatasi, nel corso dei secoli, in diverse regioni d'Italia. La chiara nobiltà di questa casata risulta confermata dalla sua presenza in alcune delle più pregevoli opere d'araldica europee, tra cui: il "Nobiliario di Sicilia" dello storico ed araldista Antonio Mango di Casalgerardo (Palermo, 1876 – Milano 1948) ed il "Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti" dello storico, genealogista ed araldista Giovan Battista di Crollalanza (Fermo, 19 maggio 1819 - Pisa, 1892). Nel tempo questa famiglia fu conosciuta come Arrigo, d'Arrigo o Darrigo. E' importante notare che non sempre la forma originaria del cognome si manteneva intatta nei secoli con la sua primitiva grafia. Spesso a causa di trascrizioni errate, di trasformazioni dialettali secondo le regioni ove la stirpe via via si portava, della scrittura incomprensibile degli scrivani etc., si avevano modificazioni della fonetica e della grafia. In ogni modo, questo cognome deriva dal nome proprio, di matrice germanica, "Enrico", composto da "heim" (= casa, patria) e "rich" (= potente), attestato sin dal XIII secolo. In Sicilia, la famiglia fu Arrigo fu iscritta alla mastra nobile di Catania il 14 dicembre 1750, quando Francesco Arrigo fu cioè eletto giudice della Gran Corte. Si ha però a buon ragione motivo di credere che la nobiltà della sua casata fosse ben più antica poiché nei secoli precedenti sempre i suoi esponenti avevano ricoperto cariche di prestigio. Dai nostri archivi: Tommaso Arrigo, dottor di legge, fiorente in Catania nel tardo XVI secolo; Niccolò Arrigo, giurato in Messina agli albori del XVII secolo; Bartolomeo Arrigo, capitano, fiorente in Messina nel 1656; Teodoro Arrigo, proprietario terriero nel messinese, fiorente nel 1699. La distinta notorietà della casata di cui abbiamo trattato è suffragata dallo stemma di cui