Apellido

Flammia

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Antica famiglia emiliana, di chiara ed avita virtù, propagatasi, nel corso dei secoli, in diverse regioni d'Italia e, prevalentemente, nel Meridione L'origine di tal cognominizzazione, al dir di autorevoli genealogisti, andrebbe ricercata in un soprannome basato sul termine latino "flammeus, flammea" (= fiammeo, rosso fiamma), probabilmente ad indicare il colore dei capelli del o della capostipite. Secondo alcuni autori, inoltre, la famiglia discenderebbe dai Flameus, casata di antica nobiltà feudale presente a Cormòns. In ogni modo, secondo quanto ci viene tramandato, la famiglia Flammia venne ammessa agli onori ed ai privilegi del cavalierato, in seguito ai preziosi servigi prestati alla regnante dinastia degli Estensi. D’altronde, tal famiglia, nel dispiegarsi dei lustri, sempre è riuscita a produrre una serie di uomini che resero illustre il suo nome, nei pubblici impieghi, nelle professioni liberali ed ecclesiastiche e nel servizio militare. Fra questi, senza nulla levar al valore degli omessi, contasi: Tommaso, milite di

D'azzurro ai due leoni controrampanti d'oro tenenti tra le branche un vaso del medesimo da cui sorge una fiamma al naturale, col capo del campo caricato di tre stelle d'argento ordinate.

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