Apellido

Mazzari

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Antica ed illustre famiglia, detta Mazzari o Mazzari Fucini, i cui membri risultano ascritti al patriziato di Reggio, propagatasi, nel corso dei secoli, in diverse regioni d'Italia. Carlo-Lodovico Duca di Lucca, con diploma di motu-proprio del 5 gennaio 1846, trascritto a Parma in data 21 febbraio 1851, concesse a questa famiglia il titolo comitale e l'arma. Con la persona del conte colonnello Enrico, governatore della provincia di Reggio e commissario straordinario del comune di Parma, la famiglia si trapiantò in Modena. La contessa Amalia, figlia del predetto, si maritò con il conte Onorio Giacobazzi di Modena e pertanto lo stemma di famiglia, compreso negli elenchi ufficiali della consulta araldica, fu interzato. Altro ramo. Antichissima famiglia di Radicofani, detta Massari o Mazzari, trasferitasi in Siena, nel periodo appena successivo al rovesciamento del governo dei Nove, operato da Carlo IV, ove i suoi membri vennero ammessi al Monte del Popolo. Nel

Partito semi troncato; nel 1° d'azzurro, alla fascia rialzata d'oro accompagnata in capo da tre stelle d'argento(8), e in punta da un monte di tre colli movente dalla stessa, sormontato da 3 gigli d'oro ordinati in fascia; nel 2° partito, nel primo d'argento a tre fascie d'azzurro, con un braccio umano vestito di verde, movente dal fianco sinistro sotto la fascia inferiore ed impugnante colla mano di carnagione un fascio consolare di nero fasciato di rosso, passato in palo sul tutto, attraversante sulla fascia inferiore e sulla superiore, ed attraversato da quella di mezzo; le tre fascie caricate dei motti Semper la superiore, Constantia quella di mezzo, e Victrix l'inferiore, il tutto con una stella nel punto destro del capo; nel secondo d'azzurro, al leone d'oro tenente con le branche una lancia da torneo banderuolata verso sinistra, ondeggiante sopra la testa del leone, la banderuola, a tre stelle di otto raggi d'azzurro, ordinate in fascia; nel 3° partito, nel primo d'azzurro, ad un gigante ignudo d'oro, di fronte, appoggiato ad una colonna d'argento in atto di sostenere sopra la testa un arco di muro dello stesso, caricato del motto: Fulsit; nel secondo d'argento, all'albero di melo di al naturale, nudrito sopra una zolla di verde.

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