Sobrenome

Forzoni Accolti

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La famiglia F.A., annoverata fra le primarie e più antiche di Arezzo nella riforma del 1518, godè da tempi antichissimi gli onori di questa città, compreso il gonfalonierato, carica alla quale erano ammessi soltanto i più nobili tra i cittadini. Da Matteo di Accolto nacquero Santi e Graia. I figli di Santi si trasferirono in Firenze, dove già avevano fissato la loro dimora, nel 1333, un altro della famiglia, il medico Ghirigoro "quomdam ser Acolti de Aretio"; e anche nella uova patria si elevarono ben presto a stato eminente. Appartiene a questi A. di Firenze Benedetto di Michele, giurista e professore di diritto, come il padre, e dal 1458 al 1464 cancelliere della Repubblica. Furono suoi figlioli Pietro, vescovo di Ancona nel 1505, e poi, nel 1511, cardinale: teologo insigne e consigliere di Clemente VII; Bernardo, abbreviatore a Roma e poeta estemporaneo, detto l'Unico Aretino, ebbe la Signoria di Nepis, confermata da Clemente VII al figlio di lui; Alfonso, detto per il grande valore l'Unico A.; Michele, dei Dodici Buonomini nel 1465, e padre di Benedetto, cardinale di Ravenna, e di Franceco, arcivescovo di Ancona. I discendenti di Grazia di Matteo vissero in Arezzo e, a periodi più o meno lunghi, nell'originario castello di Pontenano, distrutto dai fiorentini nel 1426, a Romena e a Perugia. Il 1° stemma è riportato nei Libri d'oro in relazione all'ammissione di Stefano e Giuseppe Forzoni Accolti alla nobiltà aretina, 1756. Nel 1695 i Forzoni, del gonfalone Lion d'oro, ottennero di chiamarsi «Forzoni Accolti» dimostrando la discendenza dalla estinta famiglia Accolti, originaria di Arezzo, e residente a Firenze nel gonfalone Vaio, a partire da Michele Accolti, 1414. Nel 2°stemma, presente nelle Filze di armi gentilizie, la fascia è di rosso, ma è l'unico caso, per cui si può ritenere un errore.

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