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L'antica e distinta famiglia nel 1751 ottenne di essere aggregata al Consiglio Maggiore di Pieve di Cento, e più volte meritò la dignità della magistratura consolare. Godeva inoltre la cittadinanza bolognese e annoverava parecchi notai, dottori, prelati e soprattutto molti uomini che si resero insigni nelle armi. Fra questi è degno di menzione Giovanni Giacomo che prese parte all'attacco di Navarrino e di Modone, all'assedio di Napoli, di Romania militando nell'esercito comandato da Francesco Morosini generale della Serenissima Repubblica di Venezia nel 1686; fu capitano delle milizie a piedi di Papa Innocenzo X. Da Ferdinando Carlo, Duca di Mantova, fu nominato conte e suo familiare. La famiglia contrasse cospicui matrimoni, e sul finire del secolo XVII, trasferitasi a Cento fu iscritta al Consiglio Maggiore ed ebbe il giuspatronato dell'altare di S. Girolamo nella chiesa degli Agostiniani del SS. Rosario. Giovanni Antonio, prima capitano, poi sacerdote, fu per molti anni

D'azzurro al pino di verde, fruttato di rosso, posto su di un monte d'oro di tre cime uscente dalla punta, accompagnato in capo da tre gigli d'oro fra quattro pendenti di un lambello di rosso.

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