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Famiglia illustre e storica allo stesso tempo che, come dice il Dolfi nella sua "Cronologia delle famiglie nobili di Bologna, con le loro insegne, e nel fine i cimieri", stampato in Bologna presso Giovan Battista Ferroni nel 1670, è originaria di Bologna. Fabrizio nel 1560 comprò da Scipione Carafa i diritti di utile signoria sulla valle vitulanese, la quale fu poi venduta dai di lui figli a Francesco Cavaniglia nel 1572. Nel 1595 ereditò la baronia di Sant'Agnese, per il matrimonio di Pietro con Ippolita Sant'Agnese. Altro ramo. Questa famiglia, a dir dell'Amayden, era sicuramente comprese tra quelle raccolte nel Libro d'oro del Campidoglio. Dalla bibliografia documentata sui manoscritti della Vaticana può rilevarsi il numero relativamente esiguo delle memorie riguardanti le famiglie romane, se si tralasciano le fonti sospette del Ceccarelli, del Fanusio, del Metallino le cui favole furono in parte accettate dal Iacovacci. Constatando che non esiste un Nobiliario

D'oro alla torre d'argento merlata, finestrata ed aperta di nero, sormontata da un'aquila coronata dello stesso.

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