Nobile famiglia che si vuole originaria di Pisa, dello stesso stipite dei Gualandi, passati in Sicilia nel secolo XV in persona di un Niccolò, nobile pisano. Godette nobiltà in Palermo e in Messina. Un Alessandro fu senatore di Palermo negli anni 1502-3, 1505-6, 1510-11, e tesoriere del Regno di Sicilia; un Niccolò fu senatore di Palermo negli anni 1521-22, 1533-34, 1537-38, 1551-52-53; un Carlo nel 1536-37; un Lancellotto, come marito di Violante Jean, fu primo barone di Fiumesalato in sua famiglia, tenne la carica di capitano di giustizia in Palermo nel 1571-72 e fu governatore della nobile compagnia dei Bianchi della stessa città nel 1573-74; un Lorenzo, come marito di Antonia Centelles, fu conte di Gagliano, tenne le cariche di vicario generale del Val di Mazzara, 1571, di stratigoto di Messina, 1574, fu governatore della compagnia dei Bianchi negli anni 1577-78 e 1581-82 e morì vittima dell'amor paterno per essersi lanciato in mare per salvare il figlio che vi era caduto a 15 dicembre 1590 nella rovina del ponte costruito per lo sbarco del viceré conte di Albadalista; un altro Lancellotto fu senatore di Palermo negli anni 1594-95, 1598-99, 1601-2; un Vincenzo, Barone di Fiumesalato, con privilegio dato a 6 ottobre 1627 esecutoriato a 9 novembre 1630, ottenne il titolo di marchese di S. Cataldo; un Gaspare fu senatore di Palermo nel 1643-44; un Carlo tenne la stessa carica negli anni 1666-67, 1675-76, 1678-79; un Alessandro Galletti e Petruso la tenne negli anni 1668 1670 e per la moglie Francesca Sollima acquistò alla propria famiglia il marchesato di S. Marina; un Vincenzo Galletti e Di Napoli, marchese di S. Cataldo, cavaliere dell'ordine di S. Giacomo della Spada, vicario generale delle sergenzie di Taormina e San Fratello, con privilegio dato in Madrid il 21 marzo, esecutoriato in Messina il 17 giugno 1672, ottenne il titolo di principe di Fiumesalato e fu capitano di giustizia in Palermo nel 1667-78; un Giovan Pietro Galletti e Sollima, marchese di S. Marina, fu governatore del Monte di Pietà di Palermo negli anni 1701, 1710, 1711, fu barone di Verbumcaudo per investitura del 15 dicembre ...
Di..., al gallo di..., posato sul monte di sei cime di... e accompagnato ai lati da due stelle a otto punte di....
Galletti di Firenze, Santa Maria Novella, Lion bianco.
Citato in "Raccolta Ceramelli Papiani" custodita presso l'archivio di stato di Firenze, fasc. 2205.
Trinciato d'argento e di nero, al gallo fermo del secondo nel primo, sostenuto dalla partizione.
Famiglia originaria di Monte San Savino. I cavalieri Domenico e Alessandro Galletti furono ammessi al patriziato di Arezzo nel 1756; Gustavo Galletti fu ammesso al patriziato fiorentino nel 1837. Due rami diversi della famiglia avevano ottenuto la cittadinanza fiorentina nel 1605: Marcantonio di Rocco per il gonfalone Lion nero, Giovanni Maria di Rocco per il gonfalone Lion d'oro.
Citato in "Raccolta Ceramelli Papiani" custodita presso l'archivio di stato di Firenze, fasc. 2203.
D'oro, all'albero sradicato al naturale, addestrato da un gallo fermo di nero.
Galletti di Pisa, Firenze, San Giovanni e Lion d'oro.
Citato in "Raccolta Ceramelli Papiani" custodita presso l'archivio di stato di Firenze, fasc. 2204.
D'oro, all'albero sradicato al naturale, sormontato da un'aquila (talvolta bicipite) dal volo spiegato di nero, coronata del campo, e addestrato da un gallo fermo di nero, crestato e barbato di rosso.
Galletti di Pisa, Firenze, Santa Giovanni, Lion d'oro.
Citato in "Raccolta Ceramelli Papiani" custodita presso l'archivio di stato di Firenze, fasc. 2204.
D'oro, all'albero sradicato al naturale, sormontato da un'aquila bicipite di nero, e addestrato da un gallo fermo rivolto di nero.
Galletti di Pisa, Firenze, Santa Giovanni, Lion d'oro.
Citato in "Raccolta Ceramelli Papiani" custodita presso l'archivio di stato di Firenze, fasc. 2204.
D'oro, all'albero sradicato al naturale, sormontato da uno scudetto rotondo del campo, bordato di nero, caricato di un'aquila dal volo abbassato di nero, l'albero addestrato da un gallo fermo di nero, crestato e barbato di rosso.
Galletti di Pisa, Firenze, Santa Giovanni, Lion d'oro.
Citato in "Raccolta Ceramelli Papiani" custodita presso l'archivio di stato di Firenze, fasc. 2204.
D'oro, all'albero al naturale nodrito sul terreno dello stesso, sormontato da un'aquila dal volo spiegato di nero, coronata del campo, e addestrato da un gallo ardito al naturale.
Galletti di Pisa, Firenze, Santa Giovanni, Lion d'oro.
Citato in "Raccolta Ceramelli Papiani" custodita presso l'archivio di stato di Firenze, fasc. 2204.
Galletti di Firenze, San Giovanni, Drago.
Questo stemma appartiene nei documenti alla famiglia Gallori; per decreto del Magistrato Supremo del 3 dicembre 1660, fu cambiato il cognome in «Galletti da Ricorboli».
Citato in "Raccolta Ceramelli Papiani" custodita presso l'archivio di stato di Firenze, fasc. 2206.
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