Cognome

Mauri Mori

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Originaria di Parma, se ne trovano memorie dal 1570. Ilario, nel 1587, fu Camerario di Sisto V e cavaliere Lauretano. Antonio, nel 1707 ottenne dal duca di Parma, conferma della nobiltà della sua famiglia, riconosciuta e confermata ancora nel 1794 dalla Real camera di S. Chiara a Giovan Battista, che coadiuvò nel 1783 il capitan generale Francesco Pignatelli, principe di Strongoli, nell'opera di ricostruzione di Reggio e dei paesi terremotati delle Calabrie. Carlo, fratello di Giovan Battista, brigadiere nei RR. Eserciti, seguì Carlo di Borbone in Ispagna. Da Cesare, altro fratello di Giovan Battista, discende il ramo secondogenito. La presenza del motto nella bibliografia documentata della famiglia ci conferma l'avita nobiltà raggiunta della casata. Infatti l'origine del motto risale a circa il XIV secolo e deve essere ricercata in quei detti arguti che venivano scritti sui vessilli o bandiere dei cavalieri, esposti alle finestre delle locande in cui questi alloggiavano,

Inquartato: al primo e quarto d'oro, troncato da un filetto; di sopra all'aquila bicipite coronata del campo sulle due teste; di sotto, allo scaglione, il tutto di nero al secondo e terzo di azzurro a due colonne accollate da una lista che le avvolge in doppio giro, il tutto d'argento; la lista del secondo quartiere scritta col motto "Non plus ultra"; quella del terzo col motto "Ultra plus".

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