Italiano  English  Español  Portugûes  Deutsch
Il conte Agostino, secondogenito del conte Ilarione, ebbe dal conte Carlo Nicolò, di Gio. Angelo Inviziati, l'eredità del cognome Bagliani. Il predetto conte Carlo Nicolò Inviziati, che era figlio di Vittoria Bagliani, l'aveva a sua volta ereditato dallo zio Giovanni Raimondo Bagliani, e non avendo avuto discendenza ne dispose per testamento a favore del cugino Agostino. Fu costui ufficiale d'artiglieria, capo di stato maggiore in Crimea, tenente generale (1860), deputato al parlamento nazionale nelle legislature 4-5-6-7-8-9 e due volte ministro della guerra. Ebbe il riconoscimento del titolo comitale con D.M. del 5 febbraio 1876. Sposò (1860) Margherita Bellotti e da queste nozze nacquero Teresa, moglie dell'avvocato e deputato al parlamento Emilio Campi, e Vittoria Emanuele, moglie del nobile Filippo Parravicini. La presenza del motto nella bibliografia documentata della famiglia ci conferma l'avita nobiltà raggiunta della casata. Infatti l'origine del motto risale a circa il XIV secolo e deve essere ricercata in quei detti arguti che venivano scritti sui vessilli o bandiere dei cavalieri, esposti alle finestre delle locande in cui questi alloggiavano, in occasione dei tornei, e durante i tornei stessi. Il motto era un pensiero espresso in poche parole facente allusione a un sentimento palese o nascosto, a una qualità, a un ricordo storico, per stimolo al coraggio o onore. Era scelta dal capo della famiglia, dal cavaliere entrante in lizza o data dal sovrano al proprio uomo ligio. Motto della famiglia: Hinc genus inde fides (Baglioni).