Cognome

Proto

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Antica ed assai nobile famiglia amalfitana, propagatasi in diverse regioni d'Italia e, con maggiori insediamenti in Sicilia, ove fu iscritta nella Mastra Nobile di Messina, alla quale spettano i seguenti titoli: (ramo primogenito) principe di Colubrano, duca di Alvito, nobile dei duchi di Albaneta, nobile col predicato di Morcone, Formicola, Atina, Belmonte, Campoli, Gallinaro, Picinisco, Posta, San Donato, Vicalvi e Settefrati; (ramo secondogenito) duca di Albaneta, barone di Corletto di Grima, nobile dei baroni. Andrea fu generale e castellano di Napoli; Benedetto, “mastro di campo generale”, titolato di conte, tramutato poi, nel 1723, in duca di Albaneta a favore di Giuseppe, cavaliere dell’Ordine di Alcantara. Reintegrata nella nobiltà di Messina con diploma del Senato in data 12 ottobre 1757; Donato, duca di Albaneta, sposò Clorinda Carafa, principessa di Colubrano ed il di loro figlio don Francesco, gran collare dell'Ordine di San Gennaro, ereditò i titoli materni. Il ramo primogenito con

D'azzurro alla testa di Proteo uscente da un mare d'argento fluttuoso d'azzurro.

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