Buoni, molto raro, è tipico toscano, Buono è diffuso in Umbria e in tutto il sud, derivano dal nome medioevale Buonus derivato a sua volta dal nomen latino Bonus, ne abbiamo un esempio in una lettera al podestà di Pistoia del 1432, dove si legge: "...Doni et Buonus Niccolai Buoni de Businis ...". integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi Come giustamente detto, l'origine di questi cognomi va ricercata nel soprannome o nome medievale Buono, che, nell'onomastica arcaica, assume un chiaro valore augurale (vedi Bona). In questo contesto, tuttavia, va notato che il cognome Buono non ha sempre un'origine italiana, per lo meno non in senso stretto: alcune di queste famiglie, infatti, sono di antica origine arbëreshë, mentre altre hanno una lontana discendenza ebraica. Nel caso arbëreshë, innanzitutto, pare che Buono traduca o l'albanese mirë o il greco kalòs, che, nelle rispettive lingue, significano appunto buono (in greco antico, a dire il vero, l'aggettivo kalòs aveva diverse sfumature, che spaziavano fra il concetto di bontà e il concetto di bellezza): fra le due ipotesi, in effetti, la più probabile è quella di un'origine arvanita (greco-albanese), se si pensa anche alla diffusione del cognome Calò nel sud Italia (vedi Calò). Passando ora alla fonte ebraica, va notato che qui bisogna distinguere fra almeno tre origini, a seconda della diversa provenienza geografica. Nel caso il cognome sia nato in Italia, infatti, è probabile che queste famiglie abbiano adottato semplicemente un cognome italiano, sulla base dell'onomastica nazionale: si tratta di un fenomeno molto frequente nei cognomi ebreo-italiani, che, in molti casi, si confondono facilmente con cognomi puramente italiani (per lo meno, in senso linguistico). In alternativa, tuttavia, è anche possibile che i Buono ebreo-italiani abbiano origini straniere, in parte ashkenazite e in parte sefardite: nel primo caso, Buono nascerebbe da una traduzione del cognome tedesco Gut, che, assieme alla variante Guth, significa letteralmente buono (questo cognome, in effetti, presenta anche una fonte ebraica, nella fattispecie ashkenazita); nel secondo caso, invece, Buono deriverebbe da un adattamento del cognome spagnolo Bueno, di evidente significato (Bueno, in questo senso, è anch'esso un cognome ebraico, sefardita nello specifico).
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