Nasi è tipico del Piemonte, di Torino, Volpiano e Vigone nel torinese e di Mondovì, Vicoforte e Fossano nel cuneese, e dell'Emilia in particolare nel reggiano a Rolo, Reggio Emilia, Scandiano, Casalgrande e Correggio, di Modena, Carpi e Sassuolo nel modenese, e di Bologna, con un ceppo anche a Roma, Nasilli è quasi unico, Nasillo ha un piccolissimo ceppo a Colletorto nel campobassano, Nasini è del centro Italia, con piccoli ceppi nell'eretino e perugino, nell'anconetano, maceratese ed ascolano, nel grossetano e nel romano, Nasino è quasi unico, Nasone ha un ceppo a Scilla nel reggino ed uno forse secondario a Napoli, Naso è tipico di Rizziconi nel reggino e Drapia nel vibonese in Calabria e della Sicilia con presenze significative ad Erice e Trapani, a Sant`Agata di Militello nel messinese, a Ramacca nel catanese ed a Riesi nel nisseno, esiste anche un ceppo forse secondario a Torino e Collegno ed uno probabilmente autoctono a Garessio nel cuneese ed a Genova, ceppo che assieme a Nasoni che ha ceppi nel pesarese a Mondavio, Fano e Mondolfo ed a Genzano di Roma, Roma ed Ariccia nel romano, potrebbero derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche, anche dialettali, dal cognomen latino Naso, Nasonis, ricordiamo il famosissimo poeta Publius Ovidius Naso, i ceppi meridionali potrebbero derivare dal toponimo Naso (ME), ma è pure possibile una derivazione dal termine greco nesos (isola) ad indicare una provenienza insulare, tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio nel Codice diplomatico della Lombardia medievale sotto l'anno 1188 in un atto di Iuramenta fidelitatis hominum Paxilliani, Montis, Casalis et aliorum locorum: "...Interfuerunt testes Ardericus Nasus, Benno Curtus, Montenarius Iudex, Rogerius Rigizonus, Otto Plattus et Ariprandus Bonafides et quamplures alii de civitate Mediolani....".
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