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Orgiu è tipicamente sardo, di Isili e Nurallao nel cagliaritano, di Masullas e Mogoro nell'oristanese e di Pabillonis nel Medio Campidano, con un ceppo anche ad Olbia, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine sardo meridionale orgiu (orzo). integrazioni fornite da Giuseppe Concas ORGIU: orju, oriu, orriu, ordzu, orgiu è l'orzo. Dal latino hordeum. S'orju è il cereale per eccellenza per i sardi antichi, poiché nasce spontaneamente nella terra sarda, non il grano che però, portato dai Fenici prima, dai Cartaginesi poi, dai romani infine, ha preso il posto numero uno, anche se l'orzo ha sempre mantenuto un ruolo importantissimo nella storia economica della Sardegna. Ad esempio "s'orriu" = l'orzo, era il tributo fondiario pagato in orzo da tutti i sudditi, liberi, coloni e servi, che sfruttavano le terre demaniali, nei Regni Giudicali. S'orria (o anche s'orriu) in lingua sarda è ancora oggi il granaio, dove si depongono le varie granaglie. La voce, nelle sue varianti, è presente negli antichi documenti della lingua e della storia della Sardegna, soprattutto come toponimo. Orrea, paese medioevale della Curadorìa di Sarrabus, nel regno giudicale di Càlari, oggi è il quartiere più antico di San Vito, ancora detto Orrea. Orri, villaggio scomparso, sito in località Planu s'Orri in agro di Serramanna; in periodo medioevale fece
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