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Sbrolla ha un ceppo a Porto Sant'Elpidio e Fermo nell'ascolano ed uno molto piccolo a Roma, Sbrolli ha un ceppo nel senese ad Abbadia San Salvatore e soprattutto a Piancastagnaio, ed un ceppo a Roma, Sbrollini ha un ceppo marchigiano a Potenza Picena nel maceratese, a Senigallia e Montemarciano nell'anconetano ed a Mondolfo nell'urbinate, e presenze nel salernitano, dovrebbero derivare da soprannomi basati sul termine italiano arcaico sbrollare (rendere brullo, spogliare, denudare), a sua volta derivato dall'alterazione del verbo latino mediovale experulare, termine spiegato da Ludovico Antonio Muratori (1672-1750) nelle sue Dissertazioni: "... I Modenesi non dicono brullo, ma sbrollo, nato da sbrollare, significante nudare substantiis, vestibus, ec. Verbo tale non altronde si fondò che da perula o pera de' pellegrini. Se ne stupirà chi legge. Rito celebre ne' vecchi secoli di coloro che andavano in pellegrinaggio, fu di prendere la pera (oggidì bisaccia, tasca, scarsella, saccoccia) ...".
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