Lamia è decisamente siciliano, del trapanese a Marsala, Trapani, Mazara del Vallo, Petrosino, Erice, Alcamo e di Palermo, potrebbe derivare dal nome della famiglia tardo latina Lamia, appartenente alla Gens Aelia (vedi LAMA), ma è pure possibile una derivazione toponomastica dal nome della città greca di Lamia capoluogo della perifereia della Grecia Centrale e del nomo della Ftiotide, o anche, ma molto meno probabile, dal nome greco Lamia, Lamia era la bellissima regina della Libia, cui Era uccise tutti i figli e che impazzita dal dolore prese a divorare bambini e si trasformò in una specie di orribile Furia, in grado però di trasformarsi ancora in una bellissima donna per sedurre gli uomini. integrazioni fornite da Stefano Fontana Le sue origini risalgono ad una casa dell'antica aristocrazia militare, che perdette la maggior parte dei suoi benefici per aver partecipato alla guerra contro la seconda invasione aragonese capeggiata da Martino di Monblanc nel 1392. Dimora dei Lamia era stata Catania, dove avevano conosciuto i loro fasti, ma anche a Trapani la famiglia aveva mantenuto la più modesta dignità di barone di Canpioppo. Lo stemma della casa è retto da due nerboruti guerrieri armati di clava e coperti da una pelliccia, perchè i Lamia facevano risalire la loro origine a Lamis, che aveva guidato attorno al 730 a.c., da Megara, una delle primissime colonie greche in Sicilia. Lamis era un eraclide, poichè discendeva da Lamo, figlio di Ercole. I nerboruti personaggi che reggono l'arma dei Lamia sono dunque Ercole e Lamo.
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