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Capalbi, molto raro, ha un ceppo nel materano, in particolare a Stigliano, e nel cosentino a Mormanno, Capalbo ha un ceppo a Napoli, è ben presente in Basilicata, a Senise nel potentino ed a San Giorgio Lucano nel materano, ma la massima concentrazione è presente ad Acri e Corigliano Calabro nel cosentino, dove è molto diffuso anche a Rossano, Rose, Grisolia, Bisignano, Cosenza, Bocchigliero e Montalto Uffugo, e nel crotonese a Cirò, Cirò Marina, Strongoli e Verzino, Capaldi è specifico della fascia centrale che comprende le Marche, l'Umbria, il Lazio e l'aquilense, in particolare Celano, L'Aquila, Avezzano e Sulmona nell'aquilense, Cassino, Picinisco, Villa Latina e Cervaro nel frusinate, Ronciglione nel viterbese, Roma, San Severino Marche nel maceratese e Spoleto nel perugino, Capaldo ha un ceppo nell'aquilense a Campo di Giove e Sulmona, uno a Roma e ad Aplilia nel latinense, con il grosso concentrato in Campania a Napoli, a Casapesenna nel casertano,a Nocera Inferiore, Agropoli, Nocera Superiore, Castel San Giorgio, Pagani e Salerno nel salernitano e ad Avellino ed Atripalda nell'avellinese, Gabualdi, quasi unico, è del nord, dovrebbero tutti derivare direttamente o tramite modificazioni distorsive dal nome longobardo Gabualdus, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio a Palmi nel reggino, dove, in un atto del 1547, è indicato come beneficiario un tale Clericus Baptista Capalbus, ed a Conversano nel barese in un atto del 1610, dove un tale Vito Capaldo è citato in giudizio.
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