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Ciavaglia è ben diffuso nella fascia che comprende Marche, Umbria e Lazio, in particolare a Fano (PU), a Nocera Umbra e Gualdo Tadino nel perugino ed a Roma, Pastena nel frusinate e Cisterna di Latina nel latinense, Ciavaglioli, assolutamente rarissimo, parrebbe di Albano Laziale (RM), Ciavaglio, ormai scomparso in Italia, sembrerebbe della zona tra il teatino ed il molisano. integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi, Maria Rosaria Fierli e Antonella Faragalli L'origine di questi cognomi va ricercata nel soprannome o nome medievale Ciavaglia, che, al pari dei più comuni Tartaglia, Biagio e Balbo, significa letteralmente balbuziente: in questo contesto, però, va notato che il termine ciavaglia (ancora in uso in alcuni dialetti) viene spesso usato in riferimento alla parlata dei bambini, che, non sapendo pronunciare bene le parole, tendono a esprimersi in modo stentato o grammaticalmente scorretto (seguendo questa ipotesi, allora, viene da pensare a un soprannome o a un nome da intendere in senso affettivo e, in un certo senso, anche scherzoso). Dal punto di vista etimologico, comunque, il termine ciavaglia consiste in un deverbale del verbo ciavagliare, che, assieme a verbi quali tartagliare, ciangottare, barbugliare, farfugliare, etc, sembra trarre origine da una voce onomatopeica. Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni o dei nomi personali dei capostipiti o di soprannomi ad essi attribuiti.
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